martedì, dicembre 20, 2011


Cara Dora,
passeggiando per i quartieri, disegnati con matite dolci, 
squadre e compassi dagli architetti dei Granduchi – suonava, 
Livorno!, lascerei delle disposizioni. 
Quando metterete in una scatola le mie ceneri, ricordate, 
carte nautiche ed effemeridi, portolani. 
Sabbia, una biglia di legno, schegge di specchio. 
Forse una bottiglia senza tappo, frammenti d’osso, 
se possibile cranio, 
un cucchiaio. 

Ricordate, è molto importante, 
la scatola dovrà restare quasi vuota.

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